EVENTO – Lo Sport: un'opportunità per nuovi orizzonti. - Giada Rossi e Antonio Squizzato sguardi di sport attraverso l'anima | ![]() |
Traghettatore dell'incontro, avvenuto presso la Biblioteca del Libro Parlato "Marcello Mecchia" è stato Alberto Francescut, giornalista de Il Popolo e fra gli ideatori della rubrica In Coda al Gruppo de La Gazzetta dello Sport, realizzato in collaborazione con l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus, sezione provinciale pordenonese.
Trattando di sport, l'evento non poteva che essere ideato, fra gli altri, da uno che, da podista, si mangia chilometri con la stessa caparbietà degli ostacoli che incontra nella vita. Tullio Frau. Maratoneta con fama di sfinire d'acido lattico le sue guide. Tullio è stato un elegante padrone di casa assieme alla presidente UIC di Pordenone Daniela Floriduz.
Francescut, nel corso dell'incontro, ha saputo, con mestiere, porre le giuste domande ad Antonio e Giada, che si sono raccontati fra gli applausi della platea. Ne sono venuti fuori due ritratti caratterialmente differenti. Antonio, il riservato ma che vuole sforzarsi per essere più social. Giada, ventitreenne che ha bruciato le tappe della sua carriera agonistica vincendo una medaglia già a quei Giochi Paralimpici in terra brasiliana a cui avrebbe invece dovuto assistere da un televisore dato il suo approccio alla disciplina conta pochi anni, che invece coi social è abile e grazie ai quali, supportata da papà, fratello, mamma (e ora anche zii!) ha migliaia di tifosi. Caratteri diversi ma stesso amore, abnegazione e rispetto verso lo sport. Uno sport che non pone limiti. Dove l'handicap te ne accorgi che c'è quando l'avversario arriva avanti a te semplicemente perchè è più bravo di te. Riti scaramantici di Giada e di Antonio, non riportabili, sono andati in scena quando Francescut ha chiesto obiettivi prossimi. All'unisono è partito un «Fare bene» fatto di lampi d'occhi d'ori, d'argenti, di bronzi, piazzamenti atti a scrivere altre pagine straordinarie di sport paralimpico friulano.
Spazio quindi alle domande del pubblico, fra cui quelle tecniche di Beatrice Cal, sette titoli italiani vinti pedalando di fretta, in tandem.
Foto di Tullio Frau
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